Storia del cappello alpino

Adottato con Atto N° 69 del Giornale Militare del 25 marzo 1873 per sottufficiali, caporali e soldati ed introdotto con Atto N° 86 del Giornale Militare del 10 aprile dello stesso anno.

Il cappello era di feltro tinto in nero, di forma tronco conica, sormontato da una calotta sferica e munito al fondo di un ala leggermente incurvata sul dinanzi e sul dietro e rialzata alle parti laterali.

L’altezza del cappello era costante variavano le basi del tronco di cono secondo i diversi numeri di cappello. Nell’interno era foderato nella parte inferiore da una alluda di marocchino nero alta mm 135 e frastagliata a punte dell’altezza di mm 70; un piccolo lacciolo di cuoio serviva a stringere le punte stesse; due spacchi laterali davano passaggio al soggolo che era tenuto al cappello da due passanti di cuoio cuciti nell’interno in alto. Il soggolo era una strisciolina di cuoio lunga mm 830 fatta a punta da una parte e dall’altra munita di una fibbia nera con passante larga mm 17.

Nella parte inferiore esterna era apposta tutto all’ingiro una soprafascia di pelle nera verniciata dell’altezza di mm 45; l’estremità dell’ala era bordata della stessa pelle.

In fronte al cappello era collocata inferiormente una stella metallica di alpaca bianco a cinque punte portante il numero della compagnia, identica a quella adottata per i kepì di fanteria Atto N° 116 del Giornale Militare del 1872. Al lato sinistro era posta una coccarda di lana del diametro di mm 50 munita nel suo centro di un bottone di metallo bianco, avente una croce scannellata, in modo che la soprafascia si trovi presa fra la coccarda stessa ed il bottone. Dallo stesso lato era posta una trecciola di lana rossa ad angolo leggermente ottuso. Due occhielli di metallo verniciati di nero, erano collocati ai due fianchi all’altezza di circa mm 120 e più sul dinanzi di mm 22.

Una penna di corvo dell’altezza di mm 140 e larga in media da 30 a 35 mm viene posta sotto la coccarda e tenuta a sito da apposito passante di pelle nera verniciata. La penna deve portarsi leggermente inclinata indietro. I cappelli erano di 8 diversi numeri.

Sotto la trecciola di lana rossa erano posti i galloni dei gradi posti a V rovesciata.

Con lo stesso Atto N° 69 del Giornale Militare si adottava lo stesso cappello per gli ufficiali delle compagnie alpine. La coccarda era però in seta; la stella ed il bottone erano in metallo argentato. La penna era d’aquila. I galloni di grado, posti a V rovesciata sul lato sinistro del cappello, non erano sormontati dalla trecciola di lana rossa. Erano della stessa specie e dimensioni di quelli per kepì di fanteria.

Copertura per cappello alpino delle compagnie alpine

Adottato con Atto N° 70 del Giornale Militare del 1873. Di tela bianca (domestic). Sul davanti dipinto in nero il numero della compagnia. Con Atto N° 28 del Giornale Militare del 1875 il numero venne cucito.

Per il cappello degli ufficiali la copertura è di tela bianca detta cambrì.

Con Atto N° 76 del Giornale Militare del 1878 si stabilì un nuovo campione di cappello alpino. In questo la tesa era superiormente ricoperta di tela cerata nera. Il cappello era dello stesso tipo per ufficiali, sottufficiali e truppa. Inoltre la tesa era più incurvata sul davanti e posteriormente.

Con Atto N° 82 del giornale Militare dell’agosto 1878 si stabilirono le distinzioni per gli uomini delle compagnie e degli Stati Maggiori dei Battaglioni e cioè:

Stati Maggiori dei Battaglioni: penna bianca per ufficiali e truppa,  numero del battaglione nel tondino della stella.

Compagnie dei Battaglioni: penna d’aquila per ufficiali e penna di corvo per la truppa, numero della compagnia nel tondino della stella.

Con Atto N° 158 del Giornale Militare del 17 novembre 1880 viene adottata la nappina per sottufficiali e truppa, i galloni a V rovesciata per ufficiali, sottufficiali e truppa rimangono invariati.

Sottufficiali e truppa degli Stati Maggiori di Battaglione: nappina ellissoidale di lana rossa.

Sottufficiali e truppa delle compagnie: nappina ellissoidale di lana rossa con numero della compagnia di colore bianco su fondo nero.

Viene adottato anche un nuovo fregio per cappello degli ufficiali, sottufficiali e truppa. Di metallo bianco per tutti. Nel centro del disco mobile il numero del battaglione.

Con la costituzione dei Reggimenti Alpini, avvenuta il 1° ottobre 1882 con Regio Decreto del 1° luglio 1882, nel disco mobile del fregio vi era il numero del Reggimento da 1 a 6.

Per sostenere la penna, per gli ufficiali, vi era una nappina di metallo argentato con al centro la croce di Casa Savoia. La penna era bianca per ufficiali superiori, e  bruna per ufficiali inferiori. Con la grande uniforme il colonnello comandante sostituiva alla penna bianca con  l’aigrette bianca.

Sul cappello alpini i galloni a V rovesciata si portarono a sinistra, per il colonnello comandante era sotto pannati di “robbio”, quelli degli altri ufficiali erano in frammentati di azzurro.

Per ufficiali, sottufficiali e truppa inquadrati nello Stato Maggiore di Reggimento venne sostituita la penna bianca con quella bruna, e vennero istituite le nappine di vario colore per sottufficiali e truppa inquadrati nello Stato Maggiore di Reggimento e deposito e i relativi battaglioni.

Con la legge N° 266 del 3 luglio 1902 venne istituito il grado di maresciallo, vennero scelti a tale grado i furieri maggiori con almeno 12 anni di servizio alle armi.

Venne adottato fregio e nappina di metallo nichelato con al centro la croce di Casa Savoia e un nuovo gallone a V rovesciata per il cappello alpino.

Plotone grigio e compagnia grigia del 1906/07

Il 24 luglio 1906, a Tirano, venne costituito inizialmente il plotone grigio. Il plotone era inquadrato nella 45ª compagnia del battaglione “Morbegno” del 5° Alpini.

Il plotone grigio fu il primo reparto, del Regio Esercito, a vestire sperimentalmente una uniforme di un colore che si confondesse ad una certa distanza con i colori del terreno e della vegetazione. Questa idea si deve al sig. Luigi Brioschi, presidente del Club Alpino Italiano, e del Tenente Colonnello Luigi Etna, comandante il battaglione “Morbegno”.

Il cappello alpino venne, inizialmente, sostituito da un cappello morbido all’americana di colore grigio creta senza penna e nappina. Il fregio era di panno o ricamo di colore verde con numero del reggimento. L’unico ornamento che ricordava il cappello alpino era il gallone a V rovesciata di colore verde.

Nel 1907 venne costituita la compagnia grigia, con una seconda uniforme sperimentale, e il cappello tornò ad essere simile a quello rigido nero. Era di colore grigio creta, con fascia di cuoio e fregio semplificato di lana verde.

Adozione del cappello di feltro grigio verde modello 1910

Adozione del cappello di feltro grigio verde per alpini e artiglieria da montagna che completa la nuova uniforme da campagna modello1909, Circolare N° 196 del Giornale Militare del 20 maggio 1910. Il Ministero si riserva d’impartire disposizioni circa il cappello per gli ufficiali.

Il cappello per la truppa consta: di un feltro, di una fodera, di una fascia di alluda, di quattro occhielli, di una soprafascia, di un cordoncino, di un porta nappina e degli accessori i quali sono per gli alpini la penna e il fregio.

Il cappello è di feltro di pelo di coniglio di color grigio verde ed è formato di una coppa con calotta ovale e di una tesa rialzata posteriormente e degradante verso la parte anteriore, ove risulta pressoché orizzontale. La tesa ripiegata su se stessa verso l’interno costituisce l’orlo del cappello e la ripiegatura è mantenuta ola da due cuciture a macchina parallele e distanti la prima da mm 2 a 4 e la seconda da mm 8 a 10 dall’orlo; la parte anteriore della tesa è trapuntata con cuciture a macchina pressoché concentriche alla base della coppa e distanti fra loro da mm 5 a 6.

La larghezza della tesa, quasi costante per tutte le taglie è di mm 80 circa nella parte anteriore e posteriore è giustamente proporzionata ai lati. L’altezza della coppa è proporzionata alla taglia.

In ciascun fianco della coppa sono praticati, all’altezza di mm 75-80 dalla base due fori muniti di occhiello di metallo verniciato e distanti fra loro di mm 42-48. Il cappello è fornito di una soprafascia e di un porta nappina di cuoietto al cromo di color grigio verde spesso mm 1. La soprafascia è larga mm 2, il porta nappina è applicato sul lato sinistro del cappello il quale è inoltre guarnito di un cordoncino di lana color grigio verde del diametro di mm 8 cucito a rosetta sulla parte inferiore del porta nappina e girante tutto in torno alla soprafascia. Internamente fodera di cotone (tela) nera e di una fascia di alluda alta mm 45 cucita inferiormente all’orlo della coppa e superiormente alla fodera. Taglie di cm 60-59-58-57-56-55-54-53. Nappina di lana e sono cucite sopra un anima di legno ovale posteriormente piatta portante un gambo di filo di ottone addoppiato. Superiormente e al centro dell’anima è praticato un foro per il passaggio del gambo della penna. Dimensioni: altezza mm 44-46, maggior larghezza mm 29-31, maggior spessore mm 18-20.

La penna di cui va ornato il cappello può essere di corvo, di pavone, di tacchino, tutte di ala destra. La loro lunghezza nella parte coperta di piuma è di cm 18-20; il gambo scoperto è di circa cm 5 in lunghezza, e deve essere leggermente assottigliato in modo da potersi introdurre nel foro della nappina.

Il fregio per il cappello dei reggimento alpini è formato da una cornetta col numero del reggimento poggiato sopra due moschetti incrociati e sormontati da una Corona Reale. Esso è ricamato in lana verde su panno grigioverde leggero ad eccezione del numero del reggimento che è di lana bianca.

Adozione del cappello di feltro grigio verde per ufficiali

Con Circolare N° 388 del Giornale Militare del 5 settembre 1910 si stabiliva: E´ adottato per gli ufficiali alpini e dell’artiglieria da montagna un cappello di feltro grigio verde simile a quello della truppa. Il cappello è fornito di una soprafascia di nastro e di un porta nappina di cuoietto grigio verde, la tesa è orlata con nastro uguale a quello della soprafascia. Il fregio è costituito da una aquila con numero del reggimento sul petto poggiata su due moschetti incrociati e sormontata da una Corona Reale. Esso è ricamato in filo di color argento su panno grigioverde.

La nappina è di metallo ossidato con al centro la croce di Casa Savoia. La penna è bianca per gli ufficiali superiori e nera per gli ufficiali inferiori.

I galloni a V rovesciato sono di colore argento della stessa foggia di quelli già in uso.

Adozione del cappello di feltro grigio verde per sottufficiali

Il cappello di feltro grigio verde era simile per foggia a quello della truppa. Il fregio era ricamato con filo d’argento su panno grigio verde.

Per i soli marescialli era prevista la nappina di metallo ossidato con al centro la croce di Casa Savoia, e un gallone a V rovesciata di colore argento con righette nere.

Adozione di nuovi fregi per cappello alpino

Con la Circolare N° 271 del Giornale Militare del 13 giugno 1912 veniva adottato per gli ufficiali degli alpini un fregio di nuovo modello. Tale fregio era ricamato con filo di argento su panno grigio verde.

Fregio per ufficiali comandanti presso il battaglione aviatori

Co la Circolare N° 339 del Giornale Militare del 24 luglio 1912 gli ufficiali comandanti presso i battaglione aviatori avevano quale distintivo nel tondino del fregio, al posto del numero del reggimento un motorino con elica ricamato in oro.

Adozione di bavella per cappello alpino

Con la Circolare N° 455 del Giornale Militare del 1° ottobre 1912 veniva adottato un soggolo di bavella di nastro (cascami di seta) di color grigio, largo mm 20 per il cappello di feltro grigio verde. Si componeva di due parti, ed era munito di una fibbia di ferro nichelato senza ardiglione, ma con spranghetta mobile. Nel contempo si aboliva il cordoncino di lana grigio verde.

Con la Circolare N° 497 del Giornale Militare del 25 ottobre 1912 veniva esteso anche ai sottufficiali e alla truppa il fregio dello stesso modello di quello degli ufficiali. Per i sottufficiali era ricamato in filo d’argento, per la truppa con i fili di lana verde.

Adozione di fregi e galloni di seta grigio verdi per ufficiali e sottufficiali

Con la Circolare N° 247 del Giornale Militare del 9 aprile 1915 viene adottato il fregio ricamato in seta grigio verde su panno dello stesso colore. I numeri nel tondino rimanevano in argento.

Con la Circolare N° 257 del Giornale Militare del 13 aprile si stabiliva che nel cappello alpino dei sottufficiali venivano applicati i fregi ricamati o tessuti in seta grigio verde u panno dello stesso colore. Il galloncino del grado di maresciallo era di seta di colore grigio verde e nero. Il cuoio della visiera doveva essere perfettamente opaco.

Con la Circolare N° 263 del Giornale Militare del 15 aprile si stabiliva: i distintivi di grado in galloncino di seta grigio verde dovranno essere applicati anche sul cappello alpino.

Adozione di fregi neri per cappello alpino per uniforme da combattimento di ufficiali, sottufficiali e truppa

Con la Circolare N° 371 del Giornale Militare del 16 giugno 1916 il Ministero determinava che i fregi da cappello alpino per l’uniforme da combattimento dovevano essere neri su fondo grigio verde.

Fregi per i militari dei reparti mitragliatrici

Con la Circolare n° 266 del Giornale Militare del 24 aprile 1918 si determinava per il personale (ufficiali, sottufficiali e truppa) dei reparti mitragliatrici una piccola mitragliatrice al posto del numero del reggimento.

Per gli ufficiali tale distintivo sarà di metallo ossidato, oppure tessuto o ricamato nel fregio, per i sottufficiali e truppa sarà tessuto o ricamato nel fregio stesso.

Riforma Baistrocchi 1933/34

Con la riforma Baistrocchi del 1933 determina che il fregio per ufficiali e sottufficiali devono essere ricamati in filo color oro con tondino di velluto nero, Circolare N° 678 del Giornale Militare del 7 dicembre 1933. La nappina metallica anch’essa dorata come i galloni a V rovesciata. La nappina metallica per aiutanti di battaglia e marescialli venne sostituita da quella di ciniglia di lana della stesso modello di quella per sergenti e truppa.

Cappello alpino per ufficiali

Fregio per ufficiali

Cappello alpino per aiutanti di battaglia e marescialli

Cappello alpino per sergenti

Fregio per sottufficiali

Cappello alpino e fregio per la truppa

Cappello Alpino appartenuto ad un Maggiore del Comando Divisione Alpina “Tridentina” (collezione Massagrande)
Cappello Alpino appartenuto ad un Maggiore del Comando Divisione Alpina “Tridentina” (collezione Massagrande)

Cappello Alpino appartenuto ad un Sergente Maggiore del Battaglione Alpini “Tolmezzo” (collezione Massagrande)
Cappello Alpino appartenuto ad un Sergente Maggiore del Battaglione Alpini “Tolmezzo” (collezione Massagrande)

Disposizioni per le uniformi da combattimento del 1940

Con la Circolare N°548 del Giornale Militare del 29 luglio 1940 si stabiliva che i fregi per copricapo degli ufficiali e sottufficiali dovevano essere confezionati in raion nero su panno grigio verde, i galloni di formato ridotto e confezionati in raion giallo. La nappina metallica doveva essere sostituita con quella di ciniglia di lana.

Come riscontrato dalle moltissime foto del periodo di guerra, questa Circolare fu largamente disattesa.

Mentre per la truppa il fregio è stato ridotto nelle misure e confezionato in raion nero. Dopo il 1942 i cappelli da truppa sono stati prodotti senza la ripiegatura  cucita nella tesa, sostituita da una bordatura in nastro.

Cappello Alpino per uniforme da combattimento appartenuto ad un Sottotenente del Battaglione Alpini “Gemona” (collezione Massagrande)
Cappello Alpino per uniforme da combattimento appartenuto ad un Sottotenente del Battaglione Alpini “Gemona” (collezione Massagrande)

 Fregio da truppa modello 1940 (collezione Massagrande)
Cappello Alpino appartenuto ad un Alpino del Battaglione Alpini “Cividale” (collezione Massagrande)
Cappello Alpino appartenuto ad un Alpino del Battaglione Alpini “Cividale” (collezione Massagrande)
Cappello Alpino del 1942, privo della ripiegatura e con bordatura in fascia, appartenuto ad un Alpino del 4° Reggimento Alpini Battaglione “Ivrea” (collezione Massagrande)
Cappello Alpino del 1942, privo della ripiegatura e con bordatura in fascia, appartenuto ad un Alpino del 4° Reggimento Alpini Battaglione “Ivrea” (collezione Massagrande)

Fregio per cappello alpino degli ufficiali della RSI

Nel breve periodo storico che ha visto l’Italia divisa tra il Regno d’Italia al sud e la Repubblica Sociale al nord i due Eserciti sono stati testimoni di diversi cambiamenti uniformo logici.

Nella RSI si è tentato di dare un aspetto più simile al modello tedesco, cercando di allontanarsi da quello che fino al giorno prima era il Regio Esercito. Questo tentativo fu comunque limitato per diversi motivi: dovuti dalla carenza di materiale, le truppe alleate e la guerra civile in atto che costringevano ad un impegno massiccio da parte Repubblicana, già molto carente di armamenti e mezzi e in ultimo l’attaccamento alle tradizioni militari da parte di molti effettivi dell’Esercito.

Per gli Alpini si è tentato di rinnovare il fregio, con la sostituzione dei fucili con un inserto di alloro, questo fregio è stato realizzato in pochissimi esemplari.

Il cappello alpino nell’Esercito Italiano

Fregio per cappello alpino in metallo adottato dal Reggimento Alpini “Garibaldi”, in uso dal 1945 al 1948. Il fregio era prodotto dalla ditta Boeri di Roma e al centro era raffigurato il busto di Giuseppe Garibaldi in smalto rosso.

Al termine della seconda guerra mondiale anche le Forze Armate hanno subito una “caccia alle streghe” volta ad eliminare tutto ciò che poteva ricordare il passato. Il cappello alpino, assieme al fez e il cappello da bersagliere, ha rischiato di essere abolito per essere sostituito da altri berretti più “innovativi”.

L’allora sottosegretario generale Chatrian  allego alla bozza della circolare che ne decretava l’abolizione un suo personale appunto, dove si raccomandava di mantenere l’uso di copricapo speciali per l’uso nelle parate, servizi di rappresentanza e per uso di città.

Anche il colonnello Luigi Mondini, capo dell’Ufficio Storico, diede il suo parere: “Sono del parere che i copricapo speciali vengano conservati per le specialità che rimarranno nel nuovo ordinamento dell’esercito. Particolarmente favorevole sono alla conservazione del cappello per le truppe alpine, che oltre ad essere tradizionale, è anche un copricapo pratico. Sono contrario all’adozione del berretto basco, foggia non italiana e che non vedo quali vantaggi abbia rispetto alla bustina (salvo l’estetica) mentre sono propenso all’adozione del berretto da sciatore per particolari servizi.

Con il Foglio d’Ordini del 31 luglio 1948 il ministero confermava l’uso del cappello alpino, e nel Foglio d’ordini del 30 aprile 1949 venne sancito che foggia e colore doveva essere quella già descritta nel regolamento del 1931.

Alla nappina metallica per ufficiali e marescialli venne tolta la Croce di Casa Savoia, anche se spesso venne chiuso un occhio per chi ha continuato ad usare la nappina con la croce.

Fregio per cappello alpino modello 1948 (collezione Massagrande)

Fregio per cappello alpino in plastica morbida adottato nel 1961 (collezione Massagrande)

Fregio per cappello alpino modello 1948 (collezione Massagrande)
Fregio per cappello alpino in plastica morbida adottato nel 1961 (collezione Massagrande)
Cappello Alpino appartenuto al 78°  Alpino Paracadutista del Plotone Alpini Paracadutisti “Julia”, al posto del numero Reggimentale trova posto un paracadute in metallo e la nappina è quella in dotazione al Comando Brigata, perché il Plotone era in organico al Comando Brigata. (collezione Massagrande)
Cappello Alpino appartenuto al 78°  Alpino Paracadutista del Plotone Alpini Paracadutisti “Julia”, al posto del numero Reggimentale trova posto un paracadute in metallo e la nappina è quella in dotazione al Comando Brigata, perché il Plotone era in organico al Comando Brigata. (collezione Massagrande)

Cappello Alpino appartenuto ad un Capitano dell’11° Raggruppamento Alpini da Posizione 1957-1963 (collezione Massagrande)
Cappello Alpino appartenuto ad un Capitano dell’11° Raggruppamento Alpini da Posizione 1957-1963 (collezione Massagrande)

Cappello Alpino appartenuto ad un Sergente Maggiore dell’11° Raggruppamento Alpini d’Arresto 1963 (collezione Massagrande)
Cappello Alpino appartenuto ad un Sergente Maggiore dell’11° Raggruppamento Alpini d’Arresto 1963 (collezione Massagrande)

Cappello Alpino appartenuto ad un Alpino della Compagnia Comando Reggimentale dell’11° Raggruppamento Alpini d’Arresto 1963-1975 (collezione Massagrande)
Cappello Alpino appartenuto ad un Alpino della Compagnia Comando Reggimentale dell’11° Raggruppamento Alpini d’Arresto 1963-1975 (collezione Massagrande)

BIBLIOGRAFIA

I disegni sono ricavati da “ALPINI FIGURINI STORICI” di Ernestino Chiappa del Museo Nazionale della montagna – CAI di Torino.

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